giovedì 20 dicembre 2012

parte 15.1



Carla tornò a casa, più o meno alla solita ora. Mi trovò sul divano.
“Ciao. Che fai sveglio?”
“ Ti aspettavo…”
“Mmm… vuoi subito la ricompensa?”
“ Carla, non prendermi per il culo.”
“ Che stai dicendo?”
“ Dico che stanotte le stavo per prendere e tu nemmeno c’eri”
“ No ti seguo… cosa stai blaterando… calmati.”
“ Sono calmo! O forse no. No…non lo sono. Ma questo non cambia. Non cambia il fatto che stanotte ero al Venezuelos  e la nera mi ha detto che non c’eri e di andarmene! Ed uno che lavora lì mi avrebbe voluto prendere a pugni …”
“ No Nou..”
“ Che hai detto?”
“ Ho detto No Nou, il nome di quella che tu chiami nera. Cazzo, lei ha un nome, non chiamarla nera!”
“ Cazzo lo dico io… tu al massimo li prendi…”
“ Vaffanculo Gio’ chi credi di essere? Sei qui a casa mia come ti permetti? In quel letto ci sei stato solo tu…Se mai la cosa ti riguardasse…”
Cercai di calmarmi.
“ Dov’eri? Dimmi dov’eri per piacere.”
Ci furono alcuni attimi di silenzio. La domanda che feci con tono pacato necessitava di una risposta sincera.
“ Non ti appartengo Giovanni…”
Se mai il peso del mondo fosse misurabile e quantificabile, sono certo di averlo sentito tutto tutto addosso.
Lei continuò:
“Non ti devo giustificazioni perché non ti appartengo.”
Prese un fazzoletto di carta dalla borsetta e si asciugò una lacrima cristallina che scendeva dall’occhio sinistro.
“ Non posso appartenere a nessuno Giovanni, non posso appartenere a nessun altro, perché sono già di proprietà di qualcuno… appartengo a tre albanesi…”
Altre lacrime scesero dal suo viso.
“ Che stai cercando di dire? Che scuse stai trovando?”
“ Dico che non mi lasceranno andare. Mai.”
Fece una pausa.
“ Sono la loro gallina dalle uova d’oro. Non possono lasciarmi andare via, non possono lasciare che mi innamori di qualcuno…”
Un’altra pausa.
“ Quella è brutta gente, sarà meglio che tu mi stia lontano.”
“Non capisco cosa c’entri tutto ciò con il fatto che non so dov’eri questa notte.”
“ Ero con un altro uomo Gio’”
Il mondo nuovamente si fece sentire.

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