mercoledì 19 dicembre 2012

parte 14.4



Finita l’esibizione mi recai al bar, temevo che si fossero insospettiti se me ne andavo subito.
Ordinai non so nemmeno io cosa. Comunque era forte e la bevvi quasi tutto d’un fiato. Guardavo il palco, cercando di far finta di niente. Fu il turno di quella che la volta prima era una poliziotta “cattivona”. Oggi vestita in stile anni settanta, mi sembrava la caricatura dei cugini di campagna. Prese con se la stessa donna dell’altra volta. Strane le cose della vita pensai, non ero il solo che si fosse innamorato di una puttana.
Era il momento buono per andarsene senza farsi notare, le due signore al centro della scena attiravano l’attenzione di tutti, buttafuori compresi.
Uscendo dal locale, subito fuori in strada, un tipo basso e tarchiato mi dette una spinta che mi fece quasi cadere a terra. Al posto delle scuse trovai parole minacciose.
“Stai attento cretino d’un ubriacone. Cerca di andartene subito e di non tornare se non vuoi che ti faccio irriconoscibile anche da tua madre”
“ Me ne vado. Ok.”
“ Ancora… insisti… corri o ti prendo e ti appendo per le palle al macello… là è pieno di vacche… ci staresti bene, vero?”
Accolsi il suggerimento. E la sottigliezza del messaggio. Non era il momento adatto per verificare l’attendibilità delle sue provocazioni.
Feci alcuni giri a vuoto cercando di capire se mi seguisse qualcuno. Dopo essermi sincerato di essere da solo andai a casa. A casa di Carla. Volevo spiegazioni. Volevo e dovevo capire. Sapevo che alla fine volevo solo lei. Per la prima volta ebbi paura di perdere qualcosa a cui tenevo.

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