mercoledì 19 dicembre 2012

parte 14.1



Quel pomeriggio Carla non tornò a casa. Si recò direttamente al Venezuelos. Una telefonata serafica mi avvisò di questa sua decisione:
“Ciao bello, sono io, scusami tanto, ma non rientro a casa, sto qui da una mia amica, ha bisogno di parlare, è parecchio giù. Poi vado diretta al night. Ci vediamo domani mattina, Ok?”
“Se ti dicessi di no, cambierebbe qualcosa?”
“Sì, cambierebbe, domani potrei farmi perdonare di… due cose… che dici?”
“ Allora dico che comandi tu, io obbedisco. Così come fece Garibaldi davanti al suo Re!”
“ Bene bel soldatino, a domani allora. Baci.”
“ Non so se riuscirò a resistere fino a domani…”
  Mmm, io dico di sì… ciao…”
Pensai che avevo anch’io bisogno di Carla. Sicuramente più della sua amica.
Decisi che sul tardi sarei andato direttamente al night. Non riuscivo ad aspettare, ero convinto che Carla mi avrebbe scelto nuovamente per la sua esposizione scenografica di un rapporto bondage. Mi preparai con calma e non avendo voglia di cucinare solo per me, decisi per un pasto frugale nel primo buco di locale che avesse in qualche modo attirato la mia attenzione. Scesi in centro: avevo tempo, molto. Girovagavo senza una meta precisa cercavo facce amiche. Guardavo vetrine e scrutavo persone. Entrai in un negozio di biancheria intima, con l’intento a comprare un completino  da donna. Il  motivo che mi fece entrare in un negozio invece che in un altro era una commessa che dalla vetrina vidi sorridente con tutti i clienti. Non so se a sorridere erano di più le sue labbra, il suo sguardo malizioso, o i suoi seni, che sotto una maglietta morbida, posata su una spalla solamente, lasciava  i suoi capezzoli poco più che maggiorenni liberi di essere, di parlare e di fare promesse. Mi feci mostrare svariati completino intimi, divertendomi a farmi consigliare uno invece che un altro descrivendo la fisicità della mia donna. Che per l’occasione era tale quale a lei.
Comprai uno che la commessa definì con scarsa fantasia, ma in modo inequivocabile, completino da letto. Pensai che un giorno, ritornando in quel negozio, avrei potuto farmi spiegare meglio cosa intendesse. Oggi no, avevo già le idee chiare sulle spiegazioni che necessitavo. E su chi me le doveva dare.

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