giovedì 13 dicembre 2012

parte 13.2



La mattina seguente Carla mi svegliò per fare colazione. Non era mai accaduto e la cosa mi fece piacere.
“Ho voglia di fare colazione con te, stamane. Ti ricordo che oggi dopo il lavoro mi vedo con una mia amica. Ci vediamo stasera. Passo per casa prima del lavoro.”
“Bene, approfitterò per fare alcune cose arretrate.”
Mentre parlavamo Carla si vestiva. Notai, senza però farci particolarmente caso, che indossò dei abiti più belli di quelli solitamente usati per recarsi al Call Center. Lo fece davanti a me, pensai che era sexy non solo quando si toglieva i vestiti.
Intanto un fischio proveniente dalla moka decretò che il caffè era pronto. Ci sedemmo uno di fronte all’altro. Facemmo colazione guardandoci continuamente.
“Come sei bella ed elegante oggi.”
”Direi come sempre, non mi vedo addosso nulla di particolare.”
“Non è vero, oggi sei più carina del solito.”
“Non chiamarmi carina, non mi piace, mi sembra un modo educato per non dire bruttina.”
“Assolutamente non ero ciò che intendevo, ma non lo farò più. Tu sei molto di più di carina, sei bellissima.”
“Mi stai adulando?.”
“Assolutamente sì!”
Mi guardò ancora un attimo prima di uscire. Un bacio fugace ed una parola che, col senno di poi, poteva voler dire tante cose. “Scappo. Ciao”.
La vita è un continuo trascinamento in salita, verso una vetta indistinta che come un miraggio più strada fai, più lei si allontana. Inoltre crepacci in cui cadere, non mancano mai. E sono sempre celati in abiti ammalianti.

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