La mattina seguente Carla mi
svegliò per fare colazione. Non era mai accaduto e la cosa mi fece piacere.
“Ho voglia di fare colazione con
te, stamane. Ti ricordo che oggi dopo il lavoro mi vedo con una mia amica. Ci
vediamo stasera. Passo per casa prima del lavoro.”
“Bene, approfitterò per fare alcune
cose arretrate.”
Mentre parlavamo Carla si vestiva.
Notai, senza però farci particolarmente caso, che indossò dei abiti più belli
di quelli solitamente usati per recarsi al Call Center. Lo fece davanti a me,
pensai che era sexy non solo quando si toglieva i vestiti.

“Come sei bella ed elegante oggi.”
”Direi come sempre, non mi vedo
addosso nulla di particolare.”
“Non è vero, oggi sei più carina
del solito.”
“Non chiamarmi carina, non mi
piace, mi sembra un modo educato per non dire bruttina.”
“Assolutamente non ero ciò che
intendevo, ma non lo farò più. Tu sei molto di più di carina, sei bellissima.”
“Mi stai adulando?.”
“Assolutamente sì!”
Mi guardò ancora un attimo prima di
uscire. Un bacio fugace ed una parola che, col senno di poi, poteva voler dire
tante cose. “Scappo. Ciao”.
La vita è un continuo
trascinamento in salita, verso una vetta indistinta che come un miraggio più
strada fai, più lei si allontana. Inoltre crepacci in cui cadere, non
mancano mai. E sono sempre celati in abiti ammalianti.
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