Si trattava di Graz the Ganz, vecchio
amico, eclettica persona e poliedrico professionista. Uno di quelli capace di
fare bene qualsiasi cosa. So che aveva iniziato come elettricista, per poi fare
l’impresario edile, essere viticoltore ed apicoltore a tempo perso, aprire una
attività alberghiera per poi continuare con un centro Welness. Probabilmente aveva
fatto ancora qualcosa. Sicuramente era anche un grande tombeur de femme; non per niente vicino a lui sedevano due splendidi
esemplari di giovani femmine; un quadretto invidiabile: lui moro, loro una
bionda ed una rossa. Ognuno statuario, a suo modo.
“Che ci fai qui in questo posto di
perdizione Gio?”
“Sono di passaggio”
“Sembra che di passaggio ti sia montato
sopra un Suv, amico mio.”
Avrei risposto che in realtà era un
Panzer. Ma avrei dovuto dare spiegazioni che non intendevo fornire.
“Mangiato pesante”
“Allora ti serve un buon digestivo”
Si girò verso il banco ordinando un
Jagermeister.
Bevuto in un solo sorso l’amaro che
ricorda un gran cornuto sostenetti che era il mio preferito ( e che mi si
addiceva perfettamente).
Affermai che il secondo giro era di
mio compito.
Persi il conto dei secondi giri e
delle risate fatte alle battute di Graz; non so fossero più per il mio diletto
o se fossero per piacere ed il piacere delle due donne diversamente colorate.
Ma uguali negli intenti.
Lasciai Graz alle promesse
ammalianti delle due signorine. Arrivai a casa con un taxi, non ero nemmeno
riuscito a togliermi gli stivali che caddi alle lusinghe del letto. Morfeo mi
portò in dono Carla. O solo la mia nostalgia di lei: ero dietro al suo corpo
svelato, le sue mani presero le mie ed adagiandole sul suo seno scivolarono
lievi sui miei fianchi…
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