Una laurea in psicologia, un lavoro
da telefonista. Carla di giorno vendeva polizze assicurative.
Una cuffia ed un microfono la
mettevano in contatto con il mondo. E con il nulla. Erano nomi senza un viso,
saluti senza un abbraccio, problemi esistenziali senza una soluzione.
Carla era alta e magra, capelli
scuri e corti, portava gonne lunghe e scarpe basse assieme a camice che non
permettevano al suo seno di essere. Con le sue colleghe parlava poco e
socializzava meno. Di notte Carla però non era così. Di notte si trasformava. La dottoressa Carla,
diveniva Miss Downey. Si esibiva in un locale notturno, il Venezuelas. Locale
gestito da tre albanesi che nonostante i vestiti gessati di Armani trasudavano malavita
cresciuta nei sobborghi di Tirana. Miss Downey sul palco portava una
appariscente parrucca bionda, sapeva muoversi sinuosamente e torbidamente. Era
la più applaudita. Era la più richiesta anche nei privè, piccole stanze
arredate da un divanetto di pelle e da discutibili quadri di nudo femminile
divisi fra di loro da una tenda semitrasparente. Una parrucca, tacchi 12 e
collant autoreggenti la mettevano a contatto con quella parte del mondo apparentemente opposto a quello suo
diurno. Erano visi senza un nome, abbracci senza un saluto ed una soluzione,
temporanea, a problemi esistenziali.
Nessun commento:
Posta un commento