martedì 10 luglio 2012

parte 4.2


Una laurea in psicologia, un lavoro da telefonista. Carla di giorno vendeva polizze assicurative.
Una cuffia ed un microfono la mettevano in contatto con il mondo. E con il nulla. Erano nomi senza un viso, saluti senza un abbraccio, problemi esistenziali senza una soluzione.
Carla era alta e magra, capelli scuri e corti, portava gonne lunghe e scarpe basse assieme a camice che non permettevano al suo seno di essere. Con le sue colleghe parlava poco e socializzava meno. Di notte Carla però non era così. Di notte si trasformava. La dottoressa Carla, diveniva Miss Downey. Si esibiva in un locale notturno, il Venezuelas. Locale gestito da tre albanesi che nonostante i vestiti gessati di Armani trasudavano malavita cresciuta nei sobborghi di Tirana. Miss Downey sul palco portava una appariscente parrucca bionda, sapeva muoversi sinuosamente e torbidamente. Era la più applaudita. Era la più richiesta anche nei privè, piccole stanze arredate da un divanetto di pelle e da discutibili quadri di nudo femminile divisi fra di loro da una tenda semitrasparente. Una parrucca, tacchi 12 e collant autoreggenti la mettevano a contatto con quella parte del  mondo apparentemente opposto a quello suo diurno. Erano visi senza un nome, abbracci senza un saluto ed una soluzione, temporanea, a problemi esistenziali.

Nessun commento:

Posta un commento