
Frequentai l’istituto convittuale a
Lignano Riviera. D’estate lavoravo presso un ristorante della località di mare.
Frequentatissimo da tanta bella gente, soprattutto da teutoniche donne
abbronzate vestite da poco più di succinti bikini. Che io vedevo solamente
dalla cucina. Lavorare in un ristorante in una località turistica, significa
sciropparsi turni giornalieri di almeno quattordici ore. In alta stagione ben
di più. Lavorai ed imparai molto in quei due anni. Peccato che la remunerazione
non fosse proporzionata all’impegno ed alle ore lavorate.
Finita la seconda stagione, e
finita anche la scuola, mi presi un periodo sabbatico. Avevo bisogno di capire
cosa volevo fare da grande. Nel frattempo vivevo di piccoli e disparati lavori.
Arrivò un occasione, prendere un
aereo ed imbarcarmi come aiuto cuoco su una nave da crociera nel mar dei
caraibi. Le liti con i miei genitori ed i pochi soldi a disposizione mi fecero
decidere per quel passo importante. Un passo per un mondo che non conoscevo. Valigia
con l’indispensabile e presi il volo. Letteralmente.
Salii a bordo di una nave di una
società statunitense, piena di turisti nordamericani. Con un equipaggio per la
maggior parte di origine filippina. Ed una rotta apparentemente scritta da
Capitan Sparrow: le perle dei caraibi. Quali queste fossero non era chiaro: il
depliant pubblicitario prometteva morbide spiagge di sabbia bianca corallina,
un quieto mare con tonalità tra il zaffiro e lo smeraldo, assieme a ondulate e sinuose bellezze locali dal color ebano.
Non avevo mai visto una nave da
crociera, o meglio, non ci ero mai salito su. Sono enormi e maestose. La prima
cosa che ti chiedi e come possa stare a galla una città. Credo sia tutto merito
di Archimede ed al suo principio. Pensai che sarebbe diventato ricco se avesse
potuto brevettarlo. Ma esisteva un Ufficio brevetti nell’antica Grecia?
Probabilmente avrei dovuto stare più attento durante le lezioni di storia.
Lo diceva anche la Staiano, quella
despota che insegnava storia e geografia alle medie: “Novembre sveglia!
Nonostante il tuo cognome non è tempo di letargo!”
Spesso, nell’ illusorio tentativo
di apparire simpatica ironizzava: “ Fuori dalla porta metterò un cartello con
scritto: Non so, non l’ho visto, ma se c’ero sicuramente dormivo.”