La mia frequentazione notturna con
Carla continuò fuori dal locale. La aspettavo un isolato più in là per non
farmi notare dagli albanesi. Non mi importava nulla cosa facesse prima di
incontrarmi, conoscevo il suo lavoro e cosa comportava. Ero trepidante di
vedere i suoi occhi, di guardarla e farmi guardare, di baciarla, di sentire le
sue mani, di fare l’amore. Dappertutto. A casa sua, in macchina, o in un
portone di una via limitrofa al Venezuelas, che trovavamo sempre aperto. A
volte in tutti questi posti.
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